sabato 6 ottobre 2007

Parte 8 - Una chiacchierata tra amici...

(Writer: Suchi)


Sentì nella bocca il sapore metallico del sangue. Iaco odiava quel sapore, non aveva mai potuto soffrirlo e lo odiava adesso ancora di più visto che il sangue che sentiva era suo.

Il pugno in faccia con cui era stato salutato dal suo carceriere gli aveva confermato tante cose che già sapeva. Un pugno forte e deciso, un colpo portato con maestria da una mano abituata a picchiare, a stritolare, a far provare atroce dolore: chiunque fosse a tenerlo legato ad una sedia non era certo una persona che Iaco avrebbe fregato facilmente.

Il labbro spaccato e pulsante cominciava a gonfiarsi, mentre l'uomo nella stanza si muoveva nella semi oscurità per prendere una sedia e potersi sedere di fornte a Iaco, sempre con quel sorriso sadico incollato sulla sua bocca, l'unica cosa oltre agli occhi che il passamontagna lasciasse scoperta.
Stava ancora sedendosi quando chiese brusco: "qual era il messaggio che ha consegnato l'altro giorno al parco?".
Per la prima volta in quasi 30 anni di vita Iaco rimase allibito; come cazzo faceva a sapere del messaggio!? Era stato bravo, aveva usato per quella cosegna tutta la sua professionalità ed esperienza, attuando tutte le strategie necessarie per depistare eventuali pedinatori, cambiando almeno 8 taxi, prendendo autobus e metrò fino allo sfinimento. Per andare dal suo albergo al parco dove aveva fatto la consegna ci aveva messo sei ore e dalla sua camera d'albergo vedeva la panchina dell'appuntamento...
Un violento ceffone interruppe il filo dei suoi pensieri.
"Potrebbe cortesemente rispondere?". "Mena come un fabbro e mi da del lei? Ma con chi diavolo ho a che fare?" penso Iaco. Guardò per un istante gli occhi del suo aguzzino che lo fissavano immobili. Non c'era odio in quegli occhi, solo fredda professionalità. Anche il sorriso sadico era scomparso.
No, non avrebbe parlato, rivelare il contenuto del messaggio sarebbe stata la sua morte, aveva a che fare con gente spietata e sinchè lui avesse avuto quell'informazione sarebbe stato lasciato in vita. Doveva guadagnare tempo.
"Non conosco il contenuto del messaggio, sono solo un corriere."
Il pugno questa volta non era disatteso, ma la violenza con cui fu colpito lo scaraventò a terra assieme alla sedia, mentre le ossa del naso si sbriciolavano ed il sangue copioso invadeva le sue narici e colava nella sua gola.
"Non mi prenda in giro, so tutto, so chi è lei e so chi è la ragazza a cui a consegnato il biglietto, quello che mi resta da sapere è il contenuto del messaggio. Me lo dica, si risparmierà inutili sofferenze."
L'uomo afferrò Iaco da terra e lo rimise in piedi, mentre il giovane corriere tossiva.
"Allora? Il contenuto del messaggio qual era?"
Iaco rimase muto, il respiro affannoso e la maglietta madida di sangue.
"Sa, ho parlato con tante persone come Lei nella mia vita, ed ho sempre incontrato resistenza. Le posso assicurare però che alla fine tutti mi hanno detto ciò che volevo sapere".
Detto questo l'uomo si avvicinò ad una scrivania, apri un cassetto e ne tirò fuori un paio di pinze da idraulico, poi rapido e professionale tornò verso Iaco, afferrò la mano sinistra legata saldamente al bracciolo della sedia e con l'ausilio delle pinze gli ruppe il mignolo.
Iaco urlò di dolore, mentre la sua falange si spezzava ed i tendini si strappavano. Forse parlare non era poi una cattiva idea...

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